Offida silenziosamente
si schiude al sole, che invade
le case, le piazze, le strade
più largo e più acceso insistente.
Così nelle vie del paese
a nugoli le merlettaie
ricercano garrule e gaie
lo scampo di un'ombra cortese.
Sui lastrici scabri e vecchiotti
pressati da intonachi gialli
dispongono i trespoli pallidi
e i tomboli oblunchi e pienotti;
poi mettono mano ai fuselli
ricolmi di refe o cotone
e fanno una lavorazione
di fili e di antichi stornelli.
Il vicolo della Vittoria
la via Cipolletti, via Roma
e via S. Martino e rua Rota
or hanno in comune una storia:
la storia del bianco merletto
che a cerchi, a losanghe ed a striscie
s'inizia, si snoda e finisce
nel ritmo di un gioco perfetto;
la fiaba del punto Venezia
e del punto Rinascimento
che ormai si ripete da cento,
da cento e cent'anni e si screzia
di spighe, di frutti, di fiori,
di petali e draghi volanti,
e di angioli snelli, oscillanti
fra reti e flessuosi biancori.
Da "Le Merlettaie" (dott. Vincenzo Castelli), 28/5/1950
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