Nelle Marche, il centro principale diviene Offida ove sembra che le prime ispirazioni siano tratte dai fregi incisi sul portale della stupenda chiesa romanico-gotica di Santa Maria della Rocca.
I merletti di Offida più antichi che si conoscono sono quelli risalenti al '400 che ornano i camici di S. Giovanni da Capistrano e di S. Giacomo della Marca conservati dai monaci di Monteprandone. Notizie storiche confermano, ancora, la presenza del merletto di Offida nel secolo XVI. Un certo Francesco Caroso, infatti, nel 1615 ritrovava una copia di un voto fatto dal Comune, nel 1511, alla S. Croce per la liberazione dalla peste e si dice che questo "era avvoltolato con gli pizi (pizzi) che aveva dato la figlia di Domenico Morelli".
Particolare sviluppo di quest'arte, comunque, si ha nel '600 soprattutto ad opera delle monache benedettine che erano giunte in Offida nel 1655 e si erano stabilite presso il convento di S. Marco. Ciò contribuisce ad affermare il prodotto anche fuori della cittadina.
Antonio Bamonte ne "I merletti di Offida" ci informa che "nei protocolli di Curzio Gabrielli (Archivio notarile di Ascoli Piceno) si trova, in data 24 maggio 1612, un contratto con cui il commerciante ebreo Giacomo Ancarano da Pesaro con botteghe in Ancona promette ai suoi fratelli Ventura e Salvatore, residenti in Ascoli, in cambio della merce in elenco a parte descritta, il compenso di 841 scudi. Tra quella merce vi era un pò di tutto: bottoni, taffetà, coperte, scarpette, pantaloni, tela, soia ascolana e 25 merletti di Offida valutati 30 bolognini e 80 zigari di Offida".
Lo sviluppo dell'arte continua anche nel '700, come ci informa il "Summarium informativo" del 1781, ora conservato nell'archivio dei frati Cappuccini di Offida: "vi è in questa terra l'industria dei merletti, colla quale molte famiglie ci si sotengono".
Ma si avvertono anche i pericoli della concorrenza straniera. Nel 1728 la Comunità invoca, infatti, la proibizione dell'importazione dei merletti nello Stato Ecclesiastico. Nel 1821 la Signora Maria Carlini Sieber (1762 - 1833) fonda una scuola per merlettaie, dedicandosi all'insegnamento dell'arte. Il processo di industrializzazione, dal 1865 in poi, non arresta la lavorazione e la produzione del merletto.
Nel 1921, un merletto di Offida, raffigurante un volto di donna, riscuote enorme successo e viene premiato alla esposizione regionale di Ancona. Nel 1950 si tiene, ad Offida, la prima Fiera del merletto a tombolo. Di recente, i pregiati pizzi di Offida hanno fatto bella mostra in diverse esposizioni: Ascoli Piceno, Burano, Sansepolcro, Bologna, ecc..
Ancora oggi l'arte del merletto a tombolo si trasmette di madre in figlia e la tradizione continua perchè essa è viva nell'animo delle Offidane che sono fiere di sentirsi artiste. Nulla può distogliere le nuove generazioni dal desiderio di apprendere questa nobile arte come un "sogno diafano".